commettere3
comméttere3 v. tr. [lat. commĭttĕre, nel sign. di «affidare»] (coniug. come mettere). – 1. letter. Affidare: D’i ben che son commessi a la fortuna (Dante); Ai presenti diletti La breve età commetti (Leopardi); Deh fa che a la dolce sua mano Commetta l’estremo sospir! (Carducci). Nel rifl., affidarsi, esporsi: non sofferse mai di commettersi a tal cimento (Segneri); anticam. significò anche entrare in un ritiro, in un monastero. 2. a. Dare incarico di fare una cosa: ho commesso al segretario di rispondere; o dare ordine di eseguire un lavoro, di compiere una prestazione, di procurare una merce per l’acquisto (in queste accezioni, più com., oggi, commissionare): c. un quadro a un pittore, un abito al sarto; c. una partita di stoffe al rappresentante. b. In usi letter., con sign. più generico, ordinare, imporre: io commetto Che non s’offenda il popol tuo cristiano (T. Tasso); o raccomandare: a noi è commesso che non nascano scandali (D’Azeglio). ◆ Part. pass. commésso, anche come s. m. (v. commesso2).