commonwealth
‹kòmënu̯eltħ› s. ingl. [comp. di common «comune» e wealth «ricchezza, proprietà; benessere»], usato in ital. al masch. – Equivalente ingl. del lat. respublica «repubblica» (propr. «cosa pubblica»), ancora usato nel linguaggio colto con alcuni suoi usi estens. (per es., commonwealth of learning, che traduce il fr. république des lettres «repubblica delle lettere»); entrato nel linguaggio polit. inglese nel sec. 16° per indicare la comunità dei cittadini, la società civile, indipendentemente dal concetto di stato, venne più tardi (sec. 17°) adottato per designare la nazione inglese, e più tardi l’Impero britannico, British Commonwealth of Nations (propr. «Comunità britannica delle Nazioni»), concepito come organismo che riunisce parti autonome concorrenti però tutte al fine unico del «bene comune»; esso comprendeva stati nazionali indipendenti, cioè il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, i cosiddetti Dominî (Canada, Australia, ecc.) e l’impero coloniale britannico. Con la conferenza di Londra del 1949 la denominazione è stata sostituita con quella di Commonwealth of Nations «Comunità delle Nazioni»; gli stati che ne fanno parte, pur avendo acquistato indipendenza dalla corona inglese, la riconoscono come simbolo della reciproca collaborazione, la quale si attua concretamente attraverso conferenze e riunioni per la discussione di problemi comuni.