commozione
commozióne s. f. [dal lat. commotio -onis, der. di commovēre «commuovere», part. pass. commotus]. – 1. Il commuovere e il commuoversi, l’esser commosso; turbamento provocato nell’animo da sentimenti di affetto, pietà, tenerezza, accorato dolore: c. viva, profonda, sincera, finta; muovere, destare, suscitare, provare, sentire c.; esser facile alla c.; farsi prendere, farsi sorprendere dalla c.; nascondere la propria c.; parlò fra la c. generale. 2. letter. a. Scuotimento violento del mare, della terra, ecc.: infestato dalle c. degli elementi in ogni dove (Leopardi); si formavan nel mezzo del fiume, a valle, strane c. dell’acqua, che ribolliva e saltava, come se volesse levarsi (Bacchelli). b. Tumulto, ribellione, rivolta: le procelle rivoluzionarie e le c. popolari (Cavour). 3. In patologia, grave perturbamento della funzionalità di uno o più organi, provocato da una causa violenta esterna, quasi sempre traumatica (ma con assenza, o esiguità, di alterazioni anatomiche, che caratterizzano invece la contusione): c. cerebrale (o più propriam. encefalica), a carico dell’encefalo, con quadro clinico che può assumere particolare gravità, caratterizzato da perdita di coscienza, depressione più o meno grave di tutte le funzioni nervose, pallore, ipotensione, polso raro, respiro lento e superficiale; c. spinale, c. testicolare, c. renale, ecc., a seconda dell’organo colpito. ◆ Dim. commozioncèlla.