compassione
compassióne s. f. [dal lat. tardo compassio -onis, der. di compăti «compatire», per calco del gr. συμπάϑεια]. – 1. Sentimento di pietà verso chi è infelice, verso i suoi dolori, le sue disgrazie, i suoi difetti; partecipazione alle sofferenze altrui: umana cosa è aver c. degli afflitti (Boccaccio); provare, sentire, mostrare c. per qualcuno, per le sue pene; muovere, muoversi a c.; essere degno di c.; è una c. (cioè una condizione che suscita compassione) vederlo ridotto così. Frequente la locuz. fare c., destare pietà: è in uno stato da far c.; iperb., faceva c. persino ai sassi; anche, suscitare un senso di sprezzante commiserazione, detto di cose biasimevoli, ridicole, meschine, di lavori mal riusciti, di persone inette: il tuo cinismo mi fa c.; lo spettacolo faceva davvero c.; un pittore, un poeta che fa c.; con più spregio: taci, mi fai c.!; con sign. sim.: è una c. sentirti leggere; era una c. sentirlo strimpellare in quel modo il violino. 2. In senso più prossimo all’etimologia, il patire insieme, nell’espressione teologica c. di Maria Vergine, la partecipazione attiva della Vergine alla passione e morte di Gesù.