compasso
s. m. [der. di compassare]. – 1. a. Strumento costituito da due asticelle articolate a cerniera a un’estremità, in modo da formare tra loro un angolo variabile (apertura), e variamente foggiate all’estremità opposta a seconda dei diversi usi, e cioè riportare distanze uguali, suddividere distanze e archi di circonferenza, tracciare circoli: c. a punte fisse, con entrambe le asticelle terminanti a punta; c. universale, o a punta amovibile, con una delle punte sostituibile da un portamine o da un tiralinee (o a cui possono essere applicate apposite prolunghe), per tracciare cerchi o archi di medio raggio; quando, invece, si vogliano tracciare o riportare con precisione archi o cerchi di piccolo raggio, l’apertura delle asticelle viene regolata mediante una vite micrometrica (in questo caso si parla più propriam. di balaustrino). In geometria, problemi geometrici risolubili con riga e compasso, problemi di geometria piana alla cui soluzione, riconducibile a quella di equazioni o sistemi di equazioni di 1° o 2° grado nelle coordinate (cartesiane ortogonali) dei punti incogniti, si può pervenire mediante il tracciamento di rette e di circoli; geometria del c., geometria piana nella quale si ammette l’uso del solo compasso, eliminando la riga. b. Nome di strumenti simili, ma di forma e uso particolari: c. a verga, strumento costituito da un’asta sulla quale scorrono due corsoi recanti le punte, che possono essere fissati mediante viti di blocco, usato per descrivere archi di grande raggio o, in topografia, per riportare lunghezze da una carta all’altra; c. in asta, altro nome del calibro a corsoio (v. calibro); c. per interni, o per esterni, le cui asticelle, a punte fisse, terminano rispettivam. con punte ricurve verso l’esterno o verso l’interno, per rilevare, misurare, confrontare dimensioni, spessori, diametri, interni o esterni di svariati pezzi (in partic., c. per spessori, con scala graduata su una delle asticelle, talora provvista di nonio, per una lettura diretta della misura rilevata); c. di riduzione, strumento costituito da due aste millimetrate terminanti a punta da entrambe le parti e unite tra loro per mezzo di una cerniera scorrevole in modo da consentire di portare il punto di articolazione in qualsiasi posizione intermedia e realizzare diversi rapporti tra i segmenti delimitati dalle due coppie di punte con cui terminano le aste; c. di proporzione, strumento perfezionato da Galileo (che gli diede il nome di c. geometrico e militare), formato da due regoli graduati incernierati a un’estremità, portanti diverse scale, con il quale, sfruttando la proporzionalità tra lati omologhi di triangoli simili, si possono eseguire con facilità operazioni geometriche e matematiche, stereometriche, meccaniche, e anche calcolare i rapporti tra i volumi di sfere di materiale diverso ma di pesi assoluti uguali; c. per tracciare, robusto compasso metallico usato per la tracciatura meccanica (può essere a punte fisse, con o senza arco graduato, o con punte regolabili o intercambiabili). c. Per analogia di forma e struttura, nome di dispositivi meccanici costituiti da due aste incernierate tra loro a un’estremità; per es., il c. di torsione, usato negli ammortizzatori telescopici dei carrelli di atterraggio degli aeroplani. 2. fig. Misura, attitudine a misurare, a ponderare, a esercitare un controllo sulle cose: io trovo in me più occhi e senso che c. e critica (Foscolo); lavorare col c. in mano, di chi prende bene le sue misure in ogni cosa; spendere col c., con parsimonia; scrivere, parlare col c., misurar bene le parole. 3. a. In marina e in aeronautica, denominazione impropria, per influsso dell’ingl. compass, della bussola. b. ant. Carta nautica, portolano. 4. ant. Fregio, ornamento di forma tonda o ovale: fecevi por suso una coltre lavorata a certi c. di perle grossissime e di carissime pietre preziose (Boccaccio); Purpurea seta la copria [la bara], che d’oro E di gran perle avea compassi altieri (Ariosto). 5. In numismatica, l’ornato a 4 centine che figura nell’impronta di alcuni ducati o fiorini papali.