compiacere
compiacére v. intr. [lat. complacēre, comp. di con- e placēre «piacere»] (coniug. come piacere; aus. avere). – 1. Far piacere, fare cosa gradita a qualcuno: faccio questo solo per compiacerti; anche trans.: ho voluto c. il padre (T. Tasso). Più spesso, accontentare qualcuno, appagandone i desiderî: cerca di compiacermi almeno in questo; i nonni lo compiacevano in tutto; e con senso equivoco: una giovane ciciliana bellissima, ma disposta per piccol pregio a c. a qualunque uomo (Boccaccio). 2. intr. pron. a. Provare piacere, sentire un’intima soddisfazione: compiacersi di fare del bene; si compiace nel tormentare il prossimo; compiacersi della propria bellezza, della propria intelligenza; mi compiaccio che siate venuti. b. Partecipare ad altra persona il proprio piacere, rallegrarsi, congratularsi con lei: mi compiaccio per il tuo successo; si compiacque con me per la mia promozione; anche iron.: hai fatto una bella azione, mi compiaccio davvero con te! c. Degnarsi, aver la cortesia: il ministro s’è compiaciuto d’intervenire personalmente; vogliate compiacervi di rispondere. ◆ Part. pres. compiacènte, anche come agg. (v. la voce). ◆ Part. pass. compiaciuto, anche come agg. (v.).