complesso1
complèsso1 agg. [dal lat. complexus, part. pass. di complecti «stringere, comprendere, abbracciare»]. – 1. a. Che risulta dall’unione di più parti o elementi (contr. di semplice): una questione c., un ragionamento c.; che ha diversi aspetti sotto cui si può o si deve considerare e di cui bisogna tener conto: è un problema c.; multiforme, complicato: l’uomo è creatura c. (Lambruschini); commedia con intreccio assai c.; o eccessivamente elaborato, e quindi involuto, non facile, di comprensione non immediata: un periodare complesso. b. Nella logica formale, termine c., un termine che designa due o più idee. c. In grammatica, proposizioni c., quelle che, oltre agli elementi essenziali (soggetto, predicato, compl. oggetto), hanno anche complementi indiretti. 2. Nel diritto, atto c., atto giuridico risultante dalle manifestazioni di volontà di più soggetti i quali, tendendo al raggiungimento di uno scopo unico, perdono nella loro reciproca compenetrazione ogni individualità (elemento, questo, che lo differenzia dall’atto collettivo o collegiale); obbligazione c., quella in cui sia prevista una pluralità di prestazioni. 3. In chimica, di composto (acido, sale) o di ione in cui è presente un atomo di un elemento di transizione (mercurio, cobalto, oro, argento, platino, nichel, ecc.) legato a un certo numero di atomi, molecole o gruppi (maggiore di quello prevedibile in base alla valenza normale) attraverso valenze di coordinazione, per cui tali composti vengono anche detti composti di coordinazione (v. coordinazione). 4. In matematica, numero c., locuz. usata con due sign. diversi: a. Ogni numero della forma a + i b dove a e b sono due numeri reali relativi e i (unità immaginaria o immaginario) la radice quadrata di –1; l’addendo a si chiama la parte reale, l’addendo i b la parte immaginaria, b è il coefficiente dell’immaginario. b. Numero che si riferisce a misure non decimali (per es., le misure di angoli in unità sessagesimali, le misure di tempo in ore, minuti e secondi); in questo sign. è oggi preferita la locuz. misura non decimale. 5. ant. o pop. Riferito a persona, che ha complessione, cioè costituzione, robusta e membra ben sviluppate: avea il detto Alberto una matrigna assai giovane e c. e atticciata (Sacchetti); di corporatura complessa e quasi alta (Palazzeschi).