comportare
v. tr. e intr. pron. [dal lat. comportare «portare insieme», comp. di con- e portare] (io compòrto, ecc.). – 1. a. letter. Sopportare, tollerare: c. le offese; un caldo da non potersi c.; bisogna sapersi c. a vicenda; pazientemente la sua povertà comportava (Boccaccio). Riferito a piante, resistere senza risentir danno: l’erba non comporta quel clima (Giusti); gli olivi non comportavano tanto gelo. b. Consentire come cosa possibile o accettabile: l’età non gli comporta certe fatiche; ho pazientato più di quanto comportasse la mia natura. 2. Portare con sé, richiedere come conseguenza: il viaggio comporterà molte spese; la concessione delle attenuanti comporta una riduzione di pena. 3. intr. pron. Agire, procedere in un dato modo, soprattutto in determinate situazioni o nei rapporti con altre persone: comportarsi da galantuomo, da villano; comportarsi bene o male con i proprî colleghi; vi siete comportati male a scuola; è gente che non sa comportarsi in società; anche con riferimento al modo di assolvere un compito, di eseguire un incarico, di offrire determinate prestazioni: ti sei comportato ottimamente, egregiamente, o in modo pessimo; fino a questa ripresa, lo sfidante si è comportato meravigliosamente contro il campione in carica. Per estens., riferito ad animali, piante, cose materiali, offrire determinate manifestazioni, agire o reagire in determinato modo in date condizioni o situazioni: osservare il modo in cui si comportano gli animali nell’imminenza di un temporale; sostanze chimiche che si comportano come basi. 4. rifl., ant. Trattenersi, frenarsi: Costui per gaudio a pena si comporta (Ariosto).