composizione
compoṡizióne s. f. [dal lat. compositio -onis, der. di componĕre «comporre»]. – 1. a. L’atto, l’operazione, il lavoro del comporre, cioè del mettere ordinatamente e organicamente insieme; e anche il risultato di tale operazione: iniziare la c. di un mosaico; attendere alla c. di un poema, di una sinfonia; tinta ottenuta con una sapiente c. di colori; l’armonia risulta dalla c. di varî suoni. Usato assol., nelle frasi studiare c., insegnare c. e sim., s’intende l’arte del comporre musica e la sua didattica. Nelle arti figurative e in fotografia, il modo in cui sono distribuiti, organizzati e messi in luce i varî elementi figurativi, con riguardo soprattutto all’unità stilistica; in architettura, il modo e il criterio con cui sono disposte e organizzate le diverse parti di un edificio o di più edifici tra loro (rispettivam., c. architettonica e c. urbanistica). b. L’insieme degli elementi di cui una cosa è composta, con riguardo alla natura o alla qualità di ciascuno o al loro reciproco rapporto: non si conosce ancora la c. della giuria; la c. dello sciroppo è descritta sull’etichetta. Con sign. più specifico, c. chimica, il nome degli elementi e i rapporti in cui essi entrano a far parte della molecola di un composto: la c. dell’acido solforico. c. La cosa stessa composta: questa bibita è una c. di diversi ingredienti; spec. di opera d’arte: c. musicale, c. per canto e pianoforte; c. drammatica, poetica; mi ha letto una sua breve c. in versi; ha dipinto una c. allegorica; meno com., lavoro scritto assegnato agli studenti, componimento. 2. In tipografia, insieme delle operazioni per la preparazione di una forma o di una matrice per qualsiasi sistema di stampa; più in partic., la preparazione delle forme tipografiche di testi: c. a mano, quando il compositore preleva le varie lettere dalla cassa dei caratteri e le dispone nel compositoio; c. a macchina, nella quale il compositore si limita, ricevuto il materiale dalla macchina, a eseguire operazioni d’inquadratura e legatura, inserendo eventuali segni non eseguiti a macchina; c. continua o al chilometro, recente sistema di composizione con macchine compositrici comandate da un nastro perforato in codice; c. interlineare, quella in cui si alternano brani di diverso carattere o in lingue diverse; c. interlineata, quando le righe sono distanziate da interlinea di spaziatura; c. non interlineata o piena, se le righe sono incolonnate senza spaziatura; c. lardellata, quando vi sono presenti tipi diversi di caratteri (neretto, maiuscoletto, corsivo, ecc.); c. parallela, quando si hanno due o più colonne affiancate in una pagina con lo stesso brano in due o più lingue. Con riferimento al risultato delle precedenti operazioni, cioè alla forma che se ne ottiene: conservare la c. per una prossima ristampa. 3. In linguistica, unione di due o più unità lessicali autonome per formare una nuova parola: c. verbale, consistente, di norma, nel premettere al verbo una o più preposizioni o anche prefissoidi e temi nominali che ne modificano il valore nel senso indicato dalle preposizioni o dagli altri elementi (tacere, sottacere; trasmettere, radiotrasmettere); c. nominale, in cui si uniscono due nomi (capostazione, ferrovia), o un nome e un aggettivo (francobollo, ossobuco), o una preposizione, un avverbio, un prefissoide o suffissoide con un nome (consocio, controprova, decimetro, frutticoltore), o un nome con un tema verbale (schiaccianoci, trinciaforaggi); analoga alla composizione nominale è la formazione degli aggettivi composti, con varietà più limitate. Per la formazione del plurale dei nomi composti, v. plurale. 4. In statistica, rapporto di c. (o di parte al tutto), rapporto che mette a confronto le intensità di due fenomeni, uno dei quali si può considerare parte dell’altro (per es., le nascite maschili sul totale dei nati, le importazioni da un dato paese sul totale delle importazioni, ecc.). 5. Accordo, accomodamento, conciliazione: c. di una lite, di una contravvenzione; c. amichevole, onorevole, vantaggiosa. Nel diritto antico e medievale (con tracce anche più tarde presso popoli primitivi), pagamento di una determinata indennità fatto dall’offensore all’offeso per cui quest’ultimo si dichiarava soddisfatto e rinunciava alla vendetta privata. 6. In fisica, c. di vettori, operazione geometrica su vettori liberi (o pensati tali) che ha per scopo la determinazione del loro risultante; c. di movimenti, il risultante degli effetti di più movimenti di uno stesso corpo. 7. In matematica, legge di c. (o semplicem. composizione), operazione che a una coppia (terna, quaterna, ecc.) ordinata di elementi di un dato insieme associa un elemento dell’insieme stesso; a seconda che la legge di composizione operi su una coppia, su una terna, ecc. di elementi, la composizione viene detta binaria, ternaria, ecc. ◆ Dim. compoṡizioncèlla, compoṡizioncina; spreg. compoṡizionùccia; pegg. compoṡizionàccia (tutti con senso concr., e per lo più di composizioni letterarie).