comprimere
comprìmere v. tr. [dal lat. comprimĕre, comp. di con- e premĕre «premere»] (pass. rem. comprèssi, comprimésti, ecc.; part. pass. comprèsso). – 1. a. Sottoporre a pressione un corpo, agendo su tutta la sua superficie o su alcuni suoi punti, per schiacciarlo, restringerne o ravvicinarne le parti, per diminuirne il volume: c. un’arteria per arrestare l’emorragia; c. le labbra di una ferita; c. un liquido, un gas, ecc. (v. anche compressione). b. fig. Frenare, contenere, reprimere: c. l’ira, i rancori; c. il pianto, le passioni, i desiderî; gride dirette a c. i violenti (Manzoni). c. In informatica, ridurre lo spazio necessario per la memorizzazione delle informazioni (v. compressione, n. 3). 2. estens., ant. Costringere a soggiacere a un rapporto sessuale: E quello, un dì che sola ritrovolla, Compresse, e di sé gravida lasciolla (Ariosto). ◆ Part. pass. comprèsso, anche come agg. (v. la voce).