comunismo
s. m. [dal fr. communisme; v. comunista1]. – 1. a. Dottrina che, sulla base delle formulazioni teoriche di Marx e Engels, propugna un sistema sociale nel quale sia i mezzi di produzione sia i beni di consumo siano sottratti alla proprietà privata e trasformati in proprietà comune, e la gestione e distribuzione di essi venga esercitata collettivamente dall’intera società nell’interesse e con la piena partecipazione di tutti i suoi membri. b. L’insieme dei movimenti e dei sistemi politici che hanno fatto propria tale dottrina, e delle forze che ne fanno parte: il c. sovietico, il c. cinese, il c. dell’Europa occidentale, il c. mondiale, ecc. 2. In senso ampio, il termine è spesso esteso a indicare tutti quegli atteggiamenti teorici e quelle realizzazioni pratiche che storicamente precedono il comunismo in senso moderno e che possono tuttavia per qualche aspetto ravvicinarsi ad esso ed essere considerati come riprova di un’esigenza sempre presente, che soltanto nel sec. 19° avrebbe peraltro trovato espressione critica e scientifica. Si è così parlato di un c. primitivo, come comunità dei beni che, secondo varie dottrine e ipotesi scientifiche, sarebbe pienamente realizzata nelle società agricole primitive (mentre ciò si riscontra solo in alcuni casi e mai in maniera totale); di un c. antico, che si ritrova tra le antiche civiltà mediterranee come sviluppo di particolari esigenze religiose, sociali o militari; di un c. religioso, collegato soprattutto a un ideale di distacco dai beni terreni da un lato, e alla legge della carità cristiana dall’altro, per cui il principio della proprietà comune dei beni si trova affermato più esplicitamente nel medioevo in varî movimenti religiosi e correnti ereticali.