concentrato
agg. e s. m. [part. pass. di concentrare]. – 1. agg. a. Raccolto o diretto in uno stesso punto: forze c., tiro c.; aggruppato, addensato in uno spazio ristretto, o distribuito fra poche persone o gruppi: truppe c. nelle zone di confine; un’industria, una produzione industriale fortemente c.; ricchezza c. in poche famiglie. b. fig. Raccolto profondamente in un pensiero, o raccolto in sé, intenso: attenzione c.; il suo viso esprimeva un’agitazione c. (Manzoni). c. Detto della persona, assorto, intento, chiuso in sé: un ragazzo taciturno e c.; il conte Rinaldo era un giovine studioso e c. che si dava pochissima cura delle cose proprie (I. Nievo). 2. agg. a. Riferito a prodotti alimentari liquidi, ridotto di volume per evaporazione dell’acqua a caldo, di norma a pressione ridotta, così da ottenere un prodotto più ricco di sostanza secca: brodo c.; latte c., lo stesso, ma meno com., che latte condensato; anche come s. m.: c. di pomodoro (e fig., scherz.: il suo discorso, il suo articolo, la sua relazione è un c. di sciocchezze, di bestialità). Per estens., di persona: è piccolo di statura, ma tutto c., perché scattante, pieno di energia, di vitalità, di spirito. b. In petrografia, di massa rocciosa che contiene una maggiore percentuale di minerale utile, in seguito a un processo di arricchimento. 3. In chimica e nella tecnica, di sostanza che ha concentrazione relativamente elevata, in contrapp. a diluito. Come s. m., la parte di una miscela o di una soluzione che è stata arricchita del componente desiderato.