concerto
concèrto s. m. [der. di concertare]. – 1. a. Accordo, intesa: non si è potuto provare che ci sia stato c. fra i due imputati; uscirono dall’osteria, Tonio avviandosi a casa, e studiando la fandonia che racconterebbe alle donne, e Renzo, a render conto de’ c. presi (Manzoni); spec. frequente la locuz. avv. di concerto, d’accordo, insieme, contemporaneamente: hanno fatto le cose di c.; dovreste agire di c. con noi; trovandosi le schiere divise, ... non poterono urtar tutte al medesimo tempo e di c. (Botta); andare di c., procedere insieme: il qual errore va di c. con quell’altro (Vico). b. Concordia: questo smacco fu prodotto ... dall’indolenza e dal difetto di concerto fra i nostri amici politici (Cavour); con questo sign. fu usata particolarmente, negli ultimi anni dell’Ottocento, l’espressione c. europeo, per indicare l’unione concorde dei varî stati d’Europa. c. Nel linguaggio amministr., legislativo e costituzionale, atti di concerto, quegli atti nella cui formazione concorrono le volontà di più amministrazioni, di cui l’una promuove il provvedimento, mentre le altre (concertanti) vi intervengono per la parte cui sono interessate. 2. a. Trattenimento pubblico o privato dedicato all’audizione di musica strumentale, vocale-strumentale, sinfonica o da camera (non collegata a servizî liturgici o a rappresentazioni sceniche): ascoltare un c.; andare a un c.; dare, organizzare un c.; c. di musica classica; c. di musica jazz o c. jazz. b. Complesso di cantori o strumentisti, o gli uni e gli altri insieme, riuniti per l’esecuzione di musica: scritturare un c. di valenti suonatori; il tenore cantò accompagnato da un c. di viole; suonare, cantare in c. (da cui l’espressione in concerto che, modellata sull’ingl. in concert, viene usata assol. in annunzî di spettacoli musicali o di audizioni radiofoniche, riferita anche a cantanti singoli e a solisti: «Al teatro ..., mercoledì prossimo alle ore 21, N. N. in concerto»). c. ant. Insieme di strumenti necessarî per l’esecuzione di un pezzo concertato: voglio insegnare un nuovo e facilissimo modo d’accordare tutto il c. (G. B. Doni). Anche, gruppo di strumenti congeneri (per es., due violini, viola tenore, viola contralto, violoncello; oppure tre tromboni, contralto, tenore e basso) fabbricati da un liutaio per essere suonati insieme, da uno stesso complesso, soprattutto in esecuzioni di musica da camera. d. Composizione musicale per soli strumenti, in forme varie, generalmente divisa in più tempi (in genere 3, più raram. 4 o 5), tradizionalmente distinta in due tipi: c. grosso, nel quale si contrappongono una massa orchestrale di molti strumentisti (detta anch’essa c. grosso, o ripieno) e alcuni solisti (costituenti il cosiddetto concertino); c. solistico, affermatosi dal sec. 18°, in cui domina uno strumento solista (talora anche più d’uno), a cui la massa orchestrale fa da accompagnamento: c. per pianoforte e orchestra; il «Concerto in re maggiore» per violino (e orchestra) di Beethoven. e. Con usi estens., scherz.: un c. di bambini che piangono, di asini che ragliano, un c. notturno di rane, e sim. ◆ Dim. concertino (v.); spreg. concertùccio; accr., per lo più scherz., concertóne; pegg. concertàccio.