conciliabolo
conciliàbolo s. m. [dal lat. conciliabŭlum «luogo di adunanza, riunione», der. di conciliare nel senso proprio di «riunire insieme»]. – 1. Adunanza furtiva e appartata per fini illeciti o misteriosi: un c. di cospiratori; riunione, conversazione appartata e informale: prima dell’assemblea c’è stato un c. di alcuni professori nel corridoio del dipartimento. 2. Concilio ecclesiastico irregolare indetto da chi non ne ha l’autorità o tenuto da scismatici: c. di Pisa, il concilio convocato nel 1511, su suggerimento di Luigi XII re di Francia, in opposizione a Giulio II. 3. Nell’Italia d’età romana, piccolo villaggio ove avvenivano di tempo in tempo riunioni per feste religiose o mercati e per ascoltarvi la lettura delle leggi del popolo romano e gli ordini dei magistrati.