concistoro
concistòro (o concistòrio; ant. consistòro) s. m. [dal lat. tardo consistorium (der. di consistĕre «fermarsi»), che significò dapprima «sala d’aspetto», poi, nel tardo Impero, «Consiglio dell’imperatore»]. – In genere, riunione di ecclesiastici per amministrare la giustizia o deliberare su affari generali. In partic.: 1. a. Adunanza solenne dei cardinali presenti a Roma, convocati dal papa come suo consiglio; le varie forme storiche di c. (segreto, pubblico, semipubblico) sono ora sostituite dal c. ordinario, dedicato prevalentemente alla nomina di nuovi cardinali e alle canonizzazioni, e dal c. straordinario, per questioni di particolare importanza con la presenza di tutti i cardinali. b. Il luogo in cui si tiene l’adunanza concistoriale: entrare nel c., uscire dal concistoro. 2. Nella Chiesa greco-ortodossa, c. episcopale, specie di tribunale nominato dal Santo Sinodo. 3. a. Organo supremo della Chiesa calvinista, istituito da Calvino e composto del pastore, di anziani e di diaconi, con compiti di sorveglianza religiosa e di direzione pratica. b. Organo supremo della Chiesa nazionale luterana, costituito di teologi e di giuristi, preposto, insieme col principe, all’amministrazione delle cose ecclesiastiche. 4. Eccelso C. (o Consiglio dei ventiquattro), il consiglio di ventiquattro membri istituito a Siena nel 1236 per moderare il potere assoluto del podestà e attenuare l’influenza delle grandi famiglie nella vita cittadina. 5. a. ant. Consesso, adunanza: sommo consistoro (Dante), il consesso degli dei. b. Adunanza di più persone riunite per discutere, con scherz. o iron. riferimento all’inconcludenza dei discorsi: quanti c.!; fanno un c. per ogni sciocchezza!