condizionamento
condizionaménto s. m. [der. di condizionare]. – 1. L’operazione di condizionare, nell’accezione 2 e 3 del verbo, e il modo: c. di un pacco; c. della frutta. C. di una merce, lo stato della merce assoggettata al processo di condizionatura. C. dell’aria (calco approssimativo dell’ingl. air conditioning), complesso di operazioni, detto anche climatizzazione, aventi lo scopo di realizzare in locali chiusi (pubblici ritrovi, uffici, stabilimenti industriali, locali a bordo delle navi, e inoltre aeroplani, treni, pullman, ecc., ma anche, spesso, in case d’abitazione privata) condizioni ottimali di temperatura, umidità relativa e purezza dell’aria, tali da assicurare il maggior benessere degli occupanti (v. fig. a p. 396). 2. In linguistica, c. di un fonema, l’alterazione della pronuncia di un fonema per effetto di un altro fonema o di gruppi di fonemi contigui o distanti, o per effetto della sua posizione nel corpo della parola o della frase: per es., la n di in si conserva in intero, subisce assimilazione parziale in incanto 〈iṅk-〉 e totale in illogico. Altri fenomeni di condizionamento sono la dissimilazione, la metafonesi, ecc. e, in senso più lato, anche le variazioni di pronunzia legate al momento sociale o stilistico. 3. a. Il fatto di condizionare, d’essere condizionato, nell’accezione 5 a del verbo: c. sociali, culturali; essere libero di agire a propria discrezione, senza c. esterni. b. In neurofisiologia, l’istituzione di un riflesso condizionato.