confermare
(ant. confirmare) v. tr. [dal lat. confirmare, der. di firmus «saldo», col pref. con-] (io conférmo, ecc.). – 1. a. Rendere fermo o più fermo, quindi rafforzare, fortificare; raro nel sign. proprio, è com. in senso fig., cioè rafforzare un sentimento, una disposizione, una credenza: c. le speranze, i sospetti, le idee, le opinioni di qualcuno; con oggetto di persona: c. qualcuno nella speranza, nella fede, nei sospetti, nei propositi. b. raro. Nel linguaggio eccles., cresimare (cioè confermare nella fede). 2. a. Rendere sicura una cosa, dimostrarla vera: i fatti confermeranno le mie parole; le notizie dei giornali sono state confermate da un comunicato ministeriale; con la vittoria nella partita ha confermato di essere il migliore. b. Ripetere una cosa già detta, mostrando così di approvarla e dichiararla vera: ti confermo quanto ho scritto nella mia ultima; c. per iscritto una dichiarazione verbale; i testimoni hanno confermato le deposizioni rese in istruttoria; prov., chi tace conferma (più com. acconsente). c. Riconoscere esatto, giusto, quanto altri ha affermato o giudicato; approvare una deliberazione, un provvedimento di un’autorità inferiore: la Corte d’appello ha confermato la sentenza del Tribunale; è stata confermata dal Consiglio d’amministrazione la tua nomina. d. Mantenere qualcuno nella carica, nella posizione in cui era, nei privilegi di cui godeva (cioè con lo stesso sign. di riconfermare): è stato confermato nei suoi diritti; il ministro lo ha confermato nell’incarico. 3. a. intr. pron. Rafforzarsi, divenire più saldo: confermarsi in un proposito, nelle aspirazioni, nella speranza; rendersi certo, convincersi: mi confermo sempre più nella mia opinione, nei sospetti, in un pregiudizio. b. rifl. Nelle chiuse epistolari di lettere ufficiose, spec. del passato, mi confermo suo dev.mo, e sim., mi dichiaro sempre ecc.