confortare
v. tr. [dal lat. tardo confortare «rendere forte», der. di fortis «forte»] (io confòrto, ecc.). – 1. a. Rendere forte a sopportare un dolore, a sostenere una fatica; alleviare una pena, incoraggiare con parole affettuose e ragioni convincenti: ho fatto di tutto per confortarlo; c. qualcuno nelle sue pene, nelle sue afflizioni, nel suo dolore, o c. le pene, le afflizioni, ecc., di qualcuno; Nulla speranza li conforta mai (Dante); mi conforta il pensiero dei miei cari; era confortato dall’affetto degli amici; in partic., c. un condannato a morte, del sacerdote che lo assiste. Con sign. quasi figurato e con diversa costruzione: All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne Confortate di pianto (Foscolo). b. rifl. Confortarsi, farsi animo, darsi forza: mi conforto pensando che presto tutto sarà finito. 2. Esortare, incitare con parole d’incoraggiamento: mi confortava a persistere nella ricerca; fig., persuadere, indurre: Lo bel pianeto [Venere] che d’amar conforta (Dante). 3. Ricreare, ristorare: c. l’animo, la mente; è una lettura che conforta lo spirito; vino, liquore, caffè che c. lo stomaco. 4. Avvalorare, convalidare, provare vera un’affermazione o una verità, con esempî, ragioni e sim.: confortava la sua teoria di numerose citazioni; confortò l’uso della parola con esempî tratti dai classici. ◆ Part. pres. confortante, anche come agg., che infonde coraggio, che ricrea, che ristora: è un pensiero confortante; una confortante notizia; bevanda confortante.