consanguineo
consanguìneo agg. e s. m. [dal lat. consanguineus, comp. di con- e sanguis -ĭnis «sangue»]. – 1. a. agg. e s. m. (f. -a) Che o chi è unito a una o più altre persone da vincolo di sangue, cioè da quel rapporto di parentela che s’istituisce per opera della generazione, sia in linea retta, ascendente o discendente (tra genitori e figli, o tra nonni e nipoti), sia in linea collaterale o obliqua (tra fratelli, cugini, zii e nipoti, ecc.): essere consanguinei, consanguinee; rami c. di una famiglia; la legge vieta il matrimonio e i rapporti carnali fra consanguinei. Con accezione partic., nel linguaggio giur., figli c., fratelli c., quelli nati dallo stesso padre ma da madre diversa (il contrario di figli o fratelli uterini). b. agg. In biologia, in senso ampio, riferito a individui (anche animali in genere) che hanno antenati comuni. c. agg., letter. Che riguarda consanguinei, o i proprî parenti: strage c., lotte c.; chi la scure Asterrà pio dalle devote frondi Men si dorrà di c. lutti (Foscolo). 2. agg., estens. In petrografia, sinon. di comagmatico.