consentire
v. tr. e intr. [dal lat. consentire, comp. di con- e sentire «esser d’opinione»] (io consènto, ecc.; come intr. aus. avere). – 1. intr. a. Trovarsi d’accordo con altri, concordare in un’opinione: consento pienamente con te nel tuo giudizio su quest’opera (anche, consento con il tuo giudizio); posso c. nel fine ma non nei mezzi; consentiamo con voi che non c’è altra via d’uscita; meno com. con la prep. a: non posso c. alle tue affermazioni. b. Seguito da prop. oggettiva introdotta da che o di, ammettere come vero, riconoscere: consentirai che ho ragione io; consento di aver sbagliato. 2. tr., letter. Provare un sentimento insieme con altri: sento e consento il tuo dolore (Carducci). 3. tr. Permettere, concedere, accordare: Né pentere e volere insieme puossi Per la contradizion che nol consente (Dante); è un lavoro che non consente riposo; i suoi mezzi non gli consentono troppe spese; non me lo consente la mia coscienza, la mia dignità; c. una grazia (più com. accordare). Costruito con che o di: egli non mi consentì di parlare; non consente che gli si facciano osservazioni. 4. intr. a. Accondiscendere, dare il proprio assenso: c. al desiderio, alle voglie, alle pretese di qualcuno; cedere, arrendersi: c. al vizio, al peccato; Voglia assoluta non consente al danno (Dante); indursi a qualche cosa: consento a (o di) venire anch’io con voi (più com. acconsentire). b. Di cane da caccia, obbedire a un ordine di ferma. c. letter. Essere cedevole, piegarsi (cfr. acconsentire, nel sign. 1): gli alberi consentivano al vento; La mano che docile Consente all’Idea (Zanella).