consultare
v. tr. [dal lat. consultare, der. di consulĕre «chiedere consiglio, deliberare», part. pass. consultus]. – 1. a. Interrogare una persona o un collegio di persone per averne un parere, un giudizio, una risposta su determinate questioni: c. il medico, c. un avvocato, un perito, ecc.; c. l’ufficio legale; c. l’assemblea; c. il popolo (indicendo le elezioni politiche); c. l’oracolo; c. una chiromante, e per estens. c. l’oroscopo; fig.: c. il proprio cuore, la propria coscienza, c. il tempo, c. lo specchio. In senso proprio, anche nella forma intr. pron.: consultarsi con un legale, col proprio confessore; non fa nulla senza consultarsi con suo padre. b. Riferito a libri e sim., esaminarli per una ricerca: c. un codice, un catalogo, un dizionario; c. l’orario delle ferrovie; c. l’elenco telefonico. c. ant. Esaminare diligentemente, ponderare, dibattere una questione: eleggesse un numero di gentiluomini ... coi quali consultasse ogni cosa (B. Castiglione). 2. Come rifl. recipr., consultarsi, consigliarsi l’un l’altro, tener consiglio, discutere in comune una questione: ci siamo consultati sul da farsi. Non com., con lo stesso sign., la forma intr. senza la particella pron.: a pancia piena si consulta meglio (prov.); le donne, ... si misero a consultar di nuovo (Manzoni).