consumare1
consumare1 v. tr. [dal lat. consumĕre (v. consumere), ravvicinato, già nel lat. tardo, per la coniug. a consummare (v. consumare2)]. – 1. a. Logorare, finire a poco a poco con l’uso: c. la roba, i polsi della camicia, il fondo dei calzoni; prov., è meglio consumar le scarpe che le lenzuola. b. Ridurre al nulla un bene, un prodotto adoperandolo per particolari necessità, per il soddisfacimento di proprî bisogni, o in genere sfruttarlo per un uso determinato: abbiamo consumato tutta l’acqua; quanto olio consumi!; s’è consumato troppo gas in questo mese; è un motore che consuma troppa benzina, o, con compl. avverbiale, che consuma poco, troppo; riferito a denaro (o, meno com., ad altri beni), spendere, dissipare: abbiamo già consumato tutto lo stipendio; si consumano troppi soldi in casa nostra! c. Riferito a cibi e sim., prendere, mangiare: i soldati consumavano il rancio; di solito consumo i pasti in trattoria. Con uso assol., prendere una consumazione al bar, in trattoria, ecc.: quel cliente non ha consumato; non possiamo sederci al tavolino se non consumiamo. In senso fig., c. il pane e il vino (o assol. consumare), del sacerdote che si comunica durante la messa. d. Riferito al tempo, impiegare, trascorrere: consumò tutta la sua vita a far del bene; ho consumato l’intero pomeriggio in ricerche infruttuose. 2. fig. a. Logorare, detto della salute o di organi del corpo: è una malattia che consuma lentamente; consumarsi i polmoni, la vista. b. Struggere, travagliare: l’amore lo consuma; vedi come lo consuma l’invidia. 3. intr. pron. a. Ridursi al nulla: la candela si è già consumata; per estens., deperire, dimagrire notevolmente: quel povero ragazzo si consuma ogni giorno di più. b. Nel linguaggio di cucina, riferito a un liquido o a un sugo, raddensarsi, concentrarsi con una prolungata bollitura: si è consumata troppo questa salsa; più spesso in frasi causative: far c., lasciar c. il brodo (o anche, con uso trans., ma sempre con valore causativo, c. il brodo, il sugo). c. Tormentarsi: consumarsi di dolore, di rabbia, di passione, di desiderio. ◆ Per l’uso del part. pass. come s. m., v. consumato2.