consumo
s. m. [der. di consumare1]. – 1. a. Il fatto di consumare, cioè di distruggere, di ridurre al nulla mediante l’uso o l’utilizzazione per determinati fini o bisogni: immettere un prodotto, un manufatto al c.; fare, non fare consumo di carne, di grassi alimentari; il c. giornaliero di latte, di proteine (relativamente a singoli individui); il c. annuale di scarpe e vestiti (per es., in una famiglia). Con uso assol., in economia, l’operazione o il processo mediante cui beni economici vengono utilizzati, e per ciò stesso integralmente o parzialmente distrutti per appagare un bisogno (c. di godimento), per produrre nuovi beni (c. produttivo o riproduttivo, come per es. il consumo di legna o di carbone per ricavarne energia), per il funzionamento di macchine e impianti, o anche senza che producano nuova ricchezza (c. improduttivi); vi sono inoltre consumi consistenti nella fruizione di servizî o di attività culturali, che non comportano distruzione né trasformazione del bene consumato (di qui, per estens., letteratura, teatro, produzione cinematografica, e analogam. romanzi, commedie, film di consumo, destinati al trattenimento e allo svago, senza pretese d’arte e con fini prevalentemente commerciali). In partic., generi di consumo, e più tecnicamente beni di consumo (in contrapp. ai beni d’investimento), tutti i prodotti e le merci che, destinati al soddisfacimento di bisogni individuali, familiari o sociali, si distruggono con l’uso che se ne fa o hanno comunque durata limitata. In senso generico, per mio, per tuo c., che serve a me, a te; spesso rafforzato, per mio, tuo uso e consumo. b. La quantità di ciò che si consuma: pagare a consumo, secondo quanto si è consumato; fare troppo c. di carta; in casa nostra, il c. giornaliero di pane è di circa 2 chilogrammi; aumentare, limitare il c. di generi voluttuarî; porre un freno all’eccessivo c. di alcolici; il governo ha annunciato ulteriori restrizioni al c. di carburanti. In partic., c. di un apparecchio, di un impianto, di un motore, e sim., la quantità di materiali, di energia elettrica, ecc., riferita a un dato intervallo di tempo o ad altra unità di misura, che l’apparecchio, l’impianto, il motore consuma e occorre quindi fornirgli per il suo funzionamento: la stufa ha un c. di 20 kg di legna al giorno; il c. giornaliero dello scaldabagno è di 15 chilowattora; la mia automobile ha un c. di 9 litri ogni 100 chilometri; nello sport, gara di consumo, competizione automobilistica o motociclistica la cui classifica viene stabilita in base al minor consumo di carburante. In elettrotecnica, equivale talora a «potenza assorbita»: televisore che ha un c. di 200 watt. 2. Al plur., e con uso assol.: a. Ciò che si consuma abitualmente, i beni, i prodotti, le merci che sono oggetto di consumo, e anche la relativa spesa: questi soldi serviranno per i c. di casa; c. necessarî, non necessarî, c. di lusso; promuovere, ridurre, restringere i c.; imposte sui c., imposte indirette che colpiscono il reddito dei cittadini al momento e nella misura in cui viene speso. Civiltà (o società) dei c., tipo di società, e relativo modo di vita, altamente industrializzati con progressivo aumento quantitativo e qualitativo dei prodotti di consumo, suscitato in gran parte dalla pubblicità e favorito anche da particolari condizioni di vendita (rateizzazioni, offerta di omaggi, ecc.), al fine di consentire un continuo allargamento della produzione. b. Nella marina militare e mercantile, consumi, denominazione generica che comprende tutti i materiali occorrenti per la manutenzione dello scafo, delle macchine, dell’attrezzatura della nave, e anche i ricambî necessarî per alcuni piccoli macchinarî.