contatto1
contatto¹ s. m. [dal lat. contactus -us, der. di contingĕre «toccare», part. pass. contactus]. – 1. Il toccare, il toccarsi: il c. della sua mano mi dava forza; evitare il c. col malato; stare, lavorare, mangiare a c. di gomito, o di gomiti, con qualcuno; il colore si altera al c. dell’aria; il ferro al c. con l’acqua si ossida; mettere, venire, essere, trovarsi a contatto. Per estens., riferito a forze militari terrestri o navali, venire a contatto (col nemico, con le forze avversarie), giungere a distanza tale da poter iniziare un’azione bellica; analogam., mantenere il c., perdere il contatto. In geometria, si dice che si ha contatto tra due curve in un punto P, se esse hanno in P la medesima tangente. Lenti a contatto, particolare tipo di lenti correttive da vista (v. lente2). 2. Relazione, rapporto: nella mia carriera ho avuto contatti con persone di ogni categoria; non voglio aver contatti con certa gente; gli impiegati che sono a contatto col pubblico; prendere contatto con qualcuno, iniziare rapporti; presa di contatto, l’inizio di una conoscenza, di un rapporto; mettersi in c. telefonico con qualcuno; cercare, sfuggire i c. umani (o anche, al sing., il c. umano), la vicinanza e i rapporti con altri uomini; avere molti c., avere un largo giro di conoscenze; avere contatti (carnali), rapporti sessuali. In etologia, area di contatto, area in cui si incontrano specie filogeneticamente affini e in cui si riscontrano con maggiore frequenza fenomeni di ibridazione e di introgressione; si distinguono area di c. parapatrico, quando questa rappresenta la zona di confine tra gli areali di distribuzione delle due specie, e area di c. simpatrico, quando gli areali delle due specie si sovrappongono parzialmente. 3. In astronomia, l’istante in cui il disco luminoso di un astro che si eclissa entra o esce dal cono d’ombra del corpo che eclissa. 4. In elettrotecnica, c. elettrico, collegamento che viene operato fra due conduttori elettrici, ponendoli in comunicazione metallica o direttamente o tramite conduttori intermediarî; organo di contatto (o assol. contatto), l’eventuale conduttore di collegamento. Nell’uso com., c’è un contatto, espressione usata per indicare genericamente un guasto, un inconveniente o sim., in un apparecchio elettrico (anche non dovuto a un contatto elettrico propriam. detto). 5. In chimica, azione di contatto, quella presentata da catalizzatori solidi, a contatto dei quali le reazioni in fase liquida o gassosa avvengono con velocità per lo più maggiore di quella che si avrebbe in assenza del catalizzatore; quest’azione è largamente sfruttata nell’industria per ottenere elevati rendimenti orarî di molte reazioni. Processo o metodo di contatto, sistema di produzione dell’acido solforico (acido di contatto), basato sull’ossidazione dell’anidride solforosa a solforica in presenza di un catalizzatore solido (spugna di platino, ecc.). 6. In linguistica, c. linguistico, qualsiasi tipo di interferenza (a livello fonetico, fonologico, morfologico, sintattico, lessicale) tra sistemi linguistici diversi, sia lingue sia dialetti, che in qualche modo vengano a trovarsi in contatto, sia per motivi di ordine geografico (come avviene per comunità che, essendo situate sul confine tra aree linguistiche diverse, fanno o possono fare uso di più lingue differenti) o sociopolitico (conquista di una popolazione da parte di un’altra parlante una lingua differente), sia anche solo per motivi d’ordine socioculturale (primato economico o scientifico, prestigio religioso, letterario, ecc.).