continuo1
contìnuo1 (ant. contìnovo) agg. [dal lat. continuus, der. di continere «tenere insieme, congiungere»]. – 1. a. Non interrotto nel tempo; che avviene o si succede senza mai cessare: movimento c.; un c. andirivieni di gente; un pianto c.; una serie c. di disgrazie; è piovuto per tre giorni c., o in modo c. per tre giorni; lavoro c. (o anche effettivo), quello che richiede da parte del lavoratore assiduità, continuità e un certo grado d’intensità di applicazione. Al plur., detto di più fatti identici o analoghi che si ripetono con assidua frequenza: i campi sono allagati per le c. piogge; fare, ricevere c. rimproveri, c. lagnanze; sono c. spese, c. seccature, ecc. b. Non interrotto nello spazio: la catena è una serie c. di anelli; una fila c. di persone. c. Riferito a materia, unito, compatto: la terra, corpo uno e continuo (Galilei). d. Con accezioni più partic.: in fonetica, articolazioni c., quelle nella cui tenuta non vi è occlusione che arresti la corrente espiratoria, la quale, dunque, fluisce ininterrotta durante tutta l’articolazione del fonema (sono tali tutte le articolazioni non occlusive, quindi le fricative, le vocali, ecc.); in elettricità, corrente c., corrente elettrica unidirezionale, d’intensità costante o al più lentamente variabile nel tempo; in fisica, spettro c., spettro (d’emissione o d’assorbimento) costituito da un insieme continuo di righe spettrali; nelle costruzioni civili, trave c., trave sostenuta da più di due appoggi e formante perciò un certo numero di campate successive senza discontinuità nella struttura resistente, ma con eventuali, graduali variazioni della sezione trasversale. Per il basso c. in musica, v. basso2; per la macchina c. nell’industria cartaria, v. continua. e. Nel linguaggio scient., detto di ogni processo che percorra tutti gli stati intermedî tra lo stato iniziale e quello finale, e di ogni variazione di una grandezza per la quale tale grandezza assuma tutti i valori intermedî tra il valore iniziale e quello finale. In fisica, il termine, riferito a fenomeni, corpi o sistemi, va inteso generalmente in senso puramente macroscopico, poiché la realtà fisica ha una struttura prevalentemente discontinua, che i nostri sensi, nonostante il loro potere risolutivo, non sempre sono in grado di rivelare. In matematica, per insieme c. v. continuo3, nel sign. 2; con altro sign., funzione c., qualsiasi funzione alla quale è possibile far subire una variazione piccola quanto si voglia (tale cioè da mantenersi entro limiti prefissati) scegliendo una variazione sufficientemente piccola della variabile indipendente. 2. Locuz. avv. di continuo (ant. del c., al c., per c.), in modo continuato, senza interruzione, ripetutamente: piove di continuo da oltre una settimana; i prezzi aumentano di continuo; viene di continuo a darmi noia. ◆ Avv. continuaménte, in modo continuo, con successione o ripetizione non interrotta: il pendolo oscilla continuamente; per estens., molto spesso, con insistenza: m’interrompeva continuamente.