contraddire
(o meno corretto contradire) v. tr. [lat. contradīcĕre, comp. di contra «contro» e dicĕre «dire»] (coniug. come dire; imperat. contraddici). – 1. a. Opporre alle affermazioni di una persona affermazioni diverse o contrarie, muovere obiezioni, negare quanto un altro asserisce: nessuno ha potuto contraddirlo; ha la brutta abitudine di c. sempre e chiunque; non è per contraddirti, ma questa volta ha ragione lui; meno com. l’uso intr., con il compl. di termine: c. alle parole di qualcuno; un agnello se nessun lo tocca, ma se uno vuol contraddirgli ... ih! (Manzoni). b. fig. Riferito a situazioni, avvenimenti, comportamenti, essere in contrasto, avere significato opposto o diverso, dimostrare falso o sbagliato, e sim.: i fatti contraddicevano le sue parole; il suo modo d’agire contraddice apertamente le sue dichiarazioni; la gravità della situazione reale contraddice le ottimistiche previsioni del governo. c. Nel rifl. contraddirsi, dire o fare cosa contraria a quella detta, o fatta, prima: non vedi che ti contraddici tu stesso?; con valore reciproco: i due testimoni si sono contraddetti, hanno fatto dichiarazioni fra loro contrastanti. 2. ant. Contrastare, opporsi a qualcuno, impedirgli di fare una cosa: quantunque quegli ... colle coltella in mano il contradicessero (Boccaccio). ◆ Part. pass. contraddétto, anche come agg.: ci sono dell’eccezioni alle regole più comuni e men contraddette? (Manzoni).