contratto a chiamata
loc. s.le m. Contratto di lavoro discontinuo o intermittente, che prevede un incentivo nella remunerazione qualora il lavoratore sia immediatamente disponibile al momento della chiamata da parte del datore di lavoro. ◆ [tit.] Tra formazione e contratti a chiamata: così l’Europa impiega i giovani [testo] […] [In Olanda] Sono stati introdotti i cosiddetti «contratti a chiamata». Il giovane si impegna a rimanere a disposizione del datore di lavoro, che lo chiamerà quando ne ha bisogno; in cambio riceve un’indennità minima. (Giuliana Ferraino, Corriere della sera, 13 agosto 1999, p. 3, In primo piano) • [Maria Teresa Berdini] ha preso in esame la legge Biagi, le varie tipologie del contratto (sommersione, contratto a chiamata, co.co.co.), il ruolo del sindacato, mettendo in risalto la nuova etica d’impresa che deve riconsiderare il profitto non solo come entità economica, ma come un valore aggiunto da redistribuire, per dare forza e vigore al sistema economico e produttivo. (Messaggero, 6 marzo 2004, p. 47, San Benedetto) • Il Prc, che col capogruppo al Senato [Giovanni] Russo Spena rincara la dose […] pretende tre modifiche: l’eliminazione dei contratti a chiamata, la fissazione di una durata massima per i contratti a termine e la modifica della tassazione degli straordinari. (Carmelo Lopapa, Repubblica, 14 agosto 2007, p. 15, Politica).
Espressione composta dal s. m. contratto, dalla prep. a e dal s. f. chiamata, ricalcando l’espressione ingl. on-call contract.
V. anche intermittente.