contratto alla tedesca
loc. s.le m. Accordo sottoscritto da formazioni politiche di diverso orientamento sulla base di punti programmatici condivisi, come premessa vincolante di un’alleanza di governo, secondo un modello sperimentato nella Repubblica federale di Germania. ◆ [Matteo Renzi:] "Non credo si voterà prima del gennaio 2015. Allora sarò a Palazzo Vecchio, penso. Ma non è importante dove sarò io, quel che conta è dove sarà l'Italia". Se si ricandida a sindaco non è dunque "per fare le scarpe a Letta", che incontrerà tra domani e venerdì per parlare del contratto alla tedesca. (Monica Guerzoni, Corriere della sera, 8 gennaio 2014, p. 2, Primo piano) • "Niente a che vedere con certi contratti firmati davanti agli italiani in passato..." ha ironizzato il candidato premier M5s senza citare direttamente Berlusconi che - come ha ribadito ancora una volta - non sarà mai legittimato dal Movimento. Il capo politico 5 stelle, più seriamente, ha spiegato ai neoeletti pentastellati che l'obiettivo è quello di un contratto alla tedesca da scrivere con le altre forze politiche. (Simona Zappulla, Agi.it, 5 aprile 2018, Politica) • Di Maio formalizza la proposta di un contratto alla tedesca da firmare in alternativa con Lega o Pd. Berlusconi mina il terreno attaccando il M5S. Il Pd, con i renziani, respinge la mano tesa dei Cinque Stelle. E così Mattarella registra la fumata nera spronando i partiti, prigionieri di veti incrociati, a trovare un'intesa. (Repubblica, 4 maggio 2018, p. 2, Politica).
Espressione composta dal s. m. contratto, dalla preposizione a e dall’agg. tedesco.
Tale espressione, con riferimento ad accordi di cogestione tra imprese e lavoratori, ipotizzati o realizzati – del tutto o in parte – in Germania e successivamente altrove, è già attestata nel Corriere della sera del 23 settembre 1993, p. 20, Economia (Re. Ge.).