contratto di convivenza solidale
loc. s.le m. Proposta di intervento legislativo per il riconoscimento delle unioni di fatto presentata nell’autunno del 2005. ◆ «No a figure matrimoniali o similmatrimoniali, sì a Contratti di convivenza solidale» scrive Francesco Rutelli sul sito della Margherita. No ai Pacs, sì ai Ccs, nuovissimo acronimo con cui il presidente dei dielle riapre una tenzone che [Romano] Prodi sperava archiviata. (Monica Guerzoni, Corriere della sera, 18 settembre 2005, p. 11, Politica) • Il contratto di convivenza solidale di [Francesco] Rutelli impedirà che qualcuno in ospedale mi chieda scusi, lei chi è? O che un’azienda estenda l’assicurazione ai coniugi e non ai conviventi come avviene in molti casi? (Sara Strippoli, Repubblica, 19 settembre 2005, p. 10, Politica interna) • Rimini, condivide il giudizio di Chiara Saraceno? E cioè che Francesco Rutelli proponendo i Ccs (contratti di convivenza solidale) avrebbe «scoperto l’acqua calda»? «Condivido, porre il problema come ha fatto Rutelli è sbagliato». [Carlo Rimini intervistato da Chiara Beria di Argentine]. (Stampa, 21 settembre 2005, p. 5, Interno).
Espressione composta dal s. m. contratto, dalla prep. di, dal s. f. convivenza e dall’agg. solidale.
V. anche Ccs, Cus.