controprogrammare
(contro-programmare), v. tr. e intr. Offrire una programmazione alternativa a quella di un concorrente, per catturare un pubblico più ampio; con particolare riferimento alla programmazione televisiva. ◆ «La Rai ci accusa di contro-programmare “Soraya” dice il direttore di Canale 5 [Giovanni] Modina ma la nostra decisione di trasmettere a ottobre “Doppio agguato” era già nei palinsesti presentati a giugno. Non è escluso che raccogliendo le provocazioni saremo ancora più spregiudicati mettendo contro la fiction su Madre Teresa il “Gladiatore”». (Repubblica, 26 settembre 2003, p. 53, Spettacoli) • L’unico impegnato è [Fabrizio] Del Noce, che infatti è come il solito pallidissimo: «Vedremo che cosa farà Mediaset, che ormai controprogramma senza problemi. Vincere il prime time ci interessa moltissimo, altro che». (Paolo Giordano, Giornale, 11 febbraio 2004, p. 32, Album Spettacoli) • Insomma polemiche inutili, quelle di ieri tra Fiorello e Raitre. Che quando era venuta a conoscenza dell’incursione dello showman su Raiuno, al posto di «Affari tuoi», aveva polemizzato. Perché controprogrammare con Fiorello una trasmissione come quella di Fazio che funziona? Un malumore gonfiato e così, nonostante Fabio Fazio non avesse mai espresso disappunto per l’arrivo di Fiorello, si è creato il caso. (Maria Volpe, Corriere della sera, 10 ottobre 2006, p. 47, Spettacoli).
Derivato dal v. tr. programmare con l’aggiunta del prefisso contro-.
Già attestato nella Repubblica del 4 ottobre 1989, p. 8 (Giorgio Lonardi).