contumacia
contumàcia s. f. [dal lat. contumacia, der. di contŭmax: v. contumace] (pl., raro, -cie). – 1. Nel diritto processuale penale, situazione di un imputato che, essendo stato citato in giudizio, si astiene dal comparire al dibattimento; nel diritto processuale civile, situazione della parte che si astiene da ogni attività processuale in un processo da essa iniziato o contro di essa promosso. 2. Segregazione (detta anche quarantena) nella quale si tengono per un determinato periodo persone, merci o oggetti provenienti da zone infette e perciò sospetti di portare in sé l’infezione: essere, mettere, tenere in c.; nel momento di cui parliamo, il lazzeretto non serviva che per deposito delle mercanzie soggette a c. (Manzoni). In partic., il periodo di completo isolamento sanitario al quale sono obbligate le navi provenienti da luoghi infetti da malattie contagiose: c. di osservazione, durante la quale la nave può restare anche in un porto comune; c. di rigore, quando la nave deve sostare in un’apposita stazione sanitaria. 3. ant. a. Disobbedienza ostinata, ribellione: in c. della Chiesa, in condizione di scomunicato, fuori della comunione della Chiesa: quale in c. more Di Santa Chiesa, ancor ch’al fin si penta ... (Dante). b. Di corpi materiali, resistenza opposta a pressione o ad altro, scarsa malleabilità, tenacia.