convenienza /konve'njɛntsa/ s. f. [dal lat. convenientia, der. di convenire "convenire"]. - 1. [l'essere appropriato a una situazione e sim.: la c. di un gesto, di un comportamento] ≈ adeguatezza, appropriatezza, opportunità. ↔ inadeguatezza, inopportunità, sconvenienza. ▲ Locuz. prep.: di convenienza [che risponde a criteri di buona creanza, di buona educazione e simili: visita di c.] ≈ di cortesia. 2. a. (non com.) [comportamento garbato, cortese e sim.: usare c.] ≈ buona educazione, buone maniere, (lett., non com.) convenevole, cortesia, educazione, garbatezza, garbo, gentilezza, tatto. ↔ cattive maniere, maleducazione, rudezza, scortesia, sgarbatezza. b. [spec. al plur., norma che regola i rapporti tra le persone nella società: offendere, rispettare le c.] ≈ abitudine, consuetudine, (lett.) costumanza, costume, regola, tradizione, usanza, uso. ‖ etichetta. c. [carattere economicamente vantaggioso di qualcosa: la c. di un acquisto] ≈ (fam.) abbordabilità, economicità. ↔ antieconomicità, dispendiosità, onerosità. ▲ Locuz. prep.: di convenienza [che risulta conveniente, spec. in termini economici, di prestigio e sim.: accordo, matrimonio di c.] ≈ di interesse, interessato. ↔ disinteressato.