convincere
convìncere v. tr. [dal lat. convincĕre, comp. di con- e vincĕre «vincere»] (coniug. come vincere). – 1. a. Indurre uno a riconoscere una cosa, ad ammettere un fatto, vincendo con prove o con buoni argomenti ogni suo dubbio o opinione contraria: l’ho convinto del suo errore; mi convinse che non c’era altra soluzione; c. uno dell’esistenza di Dio; c. i giudici della propria innocenza, o di essere innocente; anche, persuadere uno a fare o non fare una cosa, a seguire un comportamento, dimostrandone la necessità o l’opportunità: lo convinsi a tacere, a seguirmi, a tentare l’esperimento. Con soggetto di cosa: fatti, argomenti, prove che convincono; fu convinto dalla forza del mio ragionamento. b. Nel rifl. o intr. pron. convincersi, acquistare certezza di una cosa su cui prima si avevano dubbî o che non si voleva credere: si convinse che avevo ragione io; devi convincerti che le cose stanno proprio così; convincersi da sé, coi proprî occhi. Analogam., essere o restare convinto di una cosa, sembrare convinto e sim., per indicare certezza ormai acquisita: sarà come tu dici, ma non ne sono affatto convinto. 2. ant. Dimostrare con prove inoppugnabili la colpevolezza di una persona: c. uno di frode, di malafede, di un reato; fu convinto di eresia. ◆ Part. pres. convincènte, anche come agg. (v. la voce). ◆ Part. pass. convinto, anche come agg.; in partic., reo convinto (contrapp., spec. in passato, a reo confesso), della cui colpevolezza non occorre ulteriore dimostrazione.