copiare
v. tr. [der. di copia2] (io còpio, ecc.). – 1. a. Trascrivere fedelmente: c. una lettera, un documento, un codice; c. sul quaderno un brano, una poesia, un problema; c. a mano, a macchina (cioè con la macchina per scrivere); c. in bella, mettere in bella copia. b. Eseguire copia di uno scritto mediante un procedimento meccanico, o di un disegno ricalcandolo o lucidandolo. c. Riprodurre un’opera d’arte o altro modello; anche, ritrarre dal vero. 2. Ripetere o imitare passivamente parole, atteggiamenti, maniere altrui; far proprî i concetti d’altri; plagiare: un attore che copiava Zacconi; copiano tutto ciò che facciamo noi; c. gli Americani; ha copiato la traduzione dal compagno di banco. Anche, c. sé stesso, di scrittore o artista che si ripete, che resta attaccato alla sua maniera. 3. In tecnologia, macchina a c., macchina usata in talune lavorazioni meccaniche, spec. in quella in serie di pezzi uguali, per ridurre i tempi di lavorazione e ottenere una maggiore uniformità di esecuzione; in genere applicata a una macchina utensile (per es., il tornio), consta di un organo (detto tastatore) che si sposta seguendo il profilo di una sagoma campione e, attraverso collegamenti meccanici o di tipo idraulico, elettrico, ecc., stabilisce e comanda la posizione dell’utensile che lavora il pezzo da copiare. 4. In informatica, duplicare, riprodurre: c. un file, un programma.