corporativismo
s. m. [der. di corporativo]. – Dottrina e prassi politico-sociale ispirata inizialmente (cioè verso la fine del sec. 19°) all’esperienza cristiana delle corporazioni medievali, in seguito ripresa dal fascismo (e attuata anche, con varie sfumature, in Spagna, Portogallo, ecc.), che le dette caratteristiche fortemente conservatrici e autoritarie, al fine di superare i conflitti di classe (in partic. quelli tra capitale e lavoro) attraverso l’azione conciliatoria e decisiva dello stato; il sistema è basato sulle corporazioni, che rappresentano sia i lavoratori sia gli imprenditori, ai quali vengono impediti i rispettivi mezzi di autotutela (quali lo sciopero e la serrata) e sostituiti dalla mediazione statale. Il termine è usato anche in senso estens., a proposito di atteggiamenti e comportamenti corporativi, cioè troppo ristretti e settoriali (v. corporativo): l’organizzazione come fine a se stessa è un inciampo al divenire del socialismo,... educa all’egoismo, trascende nel c., nelle gare di categoria (Gramsci).