costare
v. intr. [lat. constare «consistere, costare», comp. di con- e stare] (io còsto, ecc.; aus. essere). – 1. Avere un determinato prezzo, richiedere (o aver richiesto) una determinata spesa: costa due euro, costa poco, molto, moltissimo, costa un prezzo enorme, una cifra iperbolica; quanto costa quella pianta?; è un paese in cui la vita costa poco; questa cravatta m’è costata trenta euro (cioè: l’ho pagata ecc.); c. caro, c. salato, c. un occhio, avere un prezzo assai alto o comportare una spesa elevata: mi costa un occhio mantenerlo in collegio; costi quel che costi!, di ciò che si vuole avere a qualunque prezzo (anche fig.: riuscirò nell’impresa, costi quel che costi). Usato assol., avere un prezzo elevato: oggi tutto costa. 2. fig. Esigere, richiedere (fatica, pene, sacrifici, rimorsi, ecc.): mi costa molta fatica rivedere i conti; quanto sudore mi è costato questo lavoro!, e analogamente c. sangue, lacrime, dolori, ecc.; L’essercito di Cristo che sì caro Costò a rïarmar (Dante); che ti costa farmi un piacere?, che fatica, che sacrificio ti richiede? Con accezione partic. nell’uso com., costar caro, di atto o fatto o comportamento che si debba scontare, di cui ci si debba pentire o di cui si debbano subire le conseguenze con proprio danno: quell’imprudenza mi è costata cara; ti costerà cara quest’offesa; è una risposta che ti costerà cara; è un modo di agire il tuo che ti può c. molto caro (con usi fig. analoghi anche, e più efficacemente, costare salato).