costo1
còsto1 s. m. [der. di costare]. – 1. a. L’ammontare monetario occorrente per produrre un bene o per fornire un servizio: c. di fabbricazione, c. di manutenzione; il c. di una riparazione; il c. del grano; il c. della ricerca (anche al plur.: i c. di produzione, i c. di gestione, e, in senso generico, aumento, riduzione dei costi); con sign. più esteso, costo della vita, l’ammontare della spesa occorrente per i consumi di una famiglia-tipo, generalmente quella dei lavoratori dipendenti non agricoli, determinato in Italia dall’Istituto nazionale di statistica mediante un numero indice (indice del c. della vita, o, più precisamente, indice dei prezzi al consumo) che registra le variazioni del prezzo di numerosi beni e servizî, concernenti alimentazione, abbigliamento, energia, abitazione, ecc. A rigore, nel costo non dovrebbe essere compreso il guadagno o profitto (e infatti la locuz. prezzo di costo indica appunto la circostanza eccezionale di un prezzo di vendita non inclusivo di alcun guadagno da parte di chi lo pratica, e analogam. l’espressione di uso com. vendere sotto costo o sottocosto); tuttavia, correntemente, il termine è spesso usato con lo stesso sign. di prezzo: il c. di un terreno, di un vestito; il c. dei libri; il c. del biglietto di viaggio. b. Nel linguaggio economico è in genere l’equivalente monetario del valore delle risorse impiegate per produrre il bene stesso (c. di produzione). Il costo sostenuto per produrre una data quantità di merce prende il nome di c. totale; esso è ripartito in c. fissi, che non variano al variare della produzione (affitto dei locali, interessi sui capitali investiti, spesa di manutenzione per gli impianti e i macchinarî, premî di assicurazione, ecc.) e c. variabili, che aumentano al crescere della produzione (materie prime, manodopera, ecc.). Si distinguono inoltre il c. medio, il costo unitario ottenuto dividendo il costo totale per il numero di unità prodotte, e il c. marginale, l’incremento di costo conseguente all’incremento della quantità prodotta. Con riferimento ai fattori produttivi: c. del lavoro, l’insieme degli esborsi monetarî (retribuzione, oneri contributivi, accantonamenti per l’indennità di liquidazione) comunque sostenuti dall’imprenditore per assicurarsi la disponibilità della forza lavoro: si distingue un c. del lavoro per unità lavorativa (rapporto tra l’ammontare delle retribuzioni e il numero dei lavoratori impiegati) e un c. del lavoro per unità di prodotto (rapporto tra ammontare delle retribuzioni e quantità di beni prodotti corrispondentemente); c. del denaro, gli interessi, in genere annuali, corrisposti agli istituti di credito da parte degli imprenditori (o più in generale dagli investitori) sulla base del tasso corrente di interesse passivo. Per costo di distribuzione, si intende il costo sostenuto dall’impresa per la commercializzazione di un prodotto; in campo economico generale, è il costo dei servizî resi dal commercio ed è la differenza tra i prezzi al dettaglio e all’ingrosso. c. ant. Spesa, in senso generico: senza costo, senza alcun c.; vivere a c. de’ fratelli (Baretti); a suo c., a sue spese, e, fig., con suo danno, con suo scapito. 2. fig. a. Fatica, sacrificio, disagio: Appresso i savi, che parlavan sìe Che l’andar mi facean di nullo costo (Dante). b. Locuzioni: a costo di, a rischio, a scapito: a c. della vita; a c. di rimetterci il capitale; a c. di pagare di tasca mia; voglio riuscirci, a c. di perdere ogni cosa; a ogni c., a qualunque c., a tutti i c., in ogni modo, a qualsiasi patto (volendo indicare ferma decisione di raggiungere uno scopo); a nessun c., in nessun modo, a nessuna condizione. 3. ant. Frutto, interesse del capitale, usura, nelle frasi: dare, prendere denari a costo.