costringere
costrìngere (ant. costrìgnere) v. tr. [dal lat. constringĕre, comp. di con- e stringĕre, propr. «stringere insieme»] (coniug. come stringere). – 1. Forzare; obbligare qualcuno, con la forza o con altro mezzo, a fare cosa che sia contraria alla volontà o comunque non spontanea: c. con la propria autorità, con minacce, con ricatti; c. a dire, a fare, a cedere, a sottomettersi; c. a un lavoro ingrato, ai più umili servizî. Con soggetto di cosa o astratto: la fame costrinse gli assediati alla resa; la sciatica lo costringeva a camminar piegato; essere costretto dalla necessità, dalle circostanze. In frasi passive, anche con l’agente sottinteso: si vide costretto ad abbandonare l’impresa; come un vaso di terra cotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro (Manzoni). 2. letter. Stringere insieme, stipare, ammassare: Intendi come e perché son costretti (Dante); stringere, legare: con le funi delli propri peccati ciascuno è costretto (Cavalca). Anticam., comprimere, diminuire di volume, condensare e sim. 3. fig., letter. Moderare, trattenere, frenare: c. il vizio; c. un sentimento, una passione; c. il pianto; c. la lingua; c. la sete. 4. rifl., ant. Raccogliersi insieme, esser riuniti: i vicini popoli, i quali sotto la sua signoria si costrignevano (Boccaccio). ◆ Part. pass. costrétto, anche come agg. (si vedano per es. i due passi citati al n. 2).