covata
s. f. [der. di covare]. – 1. Insieme delle uova che vengono deposte e covate nel nido dagli uccelli; nell’uso com., anche (seppure impropriam.) l’insieme dei pulcini dischiusi dopo ogni incubazione. 2. fig. Gran numero di figli: una bella c. di ragazzi, di marmocchi. 3. In etnologia, costume diffuso tra numerose popolazioni, spec. a struttura matriarcale (dell’India, Cina merid., Amazzonia, Indonesia), secondo il quale, in occasione del parto, il padre si sostituisce in apparenza alla puerpera, stendendosi sul letto di lei, ricevendo parenti e altre visite, allo scopo di allontanare dalla madre e dal bambino eventuali malefici. 4. In zootecnia, c. a sacco, malattia infettiva delle larve delle api, attribuita a un virus che trasforma i tessuti interni in una massa semifluida, dando così alla larva un aspetto sacciforme; camera di c., la parte inferiore dell’arnia delle api. ◆ Dim. covatina, covatèlla; spreg. covatùccia; accr. covatóna; pegg. covatàccia.