cratere
cratère s. m. (ant. cratèra f., nei sign. 1 e 2) [dal lat. crater -eris (o cratera -ae), gr. κρατήρ -ῆρος, affine a κεράω, κεράννυμι «mescolare»]. – 1. Grande vaso a larga imboccatura, di terracotta decorata, argento, bronzo e anche marmo, con o senza anse, nel quale, in Grecia e in Roma antiche, si preparava la miscela di vino e acqua da servire nei banchetti: dal cratere Il nettare attignendo, a tutti in giro Lo mescea (V. Monti). 2. a. Nei vulcani, cavità generalmente imbutiforme e più o meno ampia, che costituisce l’orifizio del condotto o camino: c. centrale, se occupa la sommità dell’edificio vulcanico; c. avventizio, se si apre sui lati del cono centrale. b. C. meteorico, depressione chiusa a forma di cratere formatasi per la caduta di un meteorite di grandi dimensioni, al fondo della quale si trovano spesso frammenti di ferro meteorico. c. C. lunare, formazione tipica del suolo lunare, costituita da un rilievo montagnoso di forma circolare nel cui centro si eleva talora un picco o un massiccio che ricorda i crateri dei vulcani terrestri. I crateri di dimensioni maggiori (fino a 300 km di diametro) vengono anche detti circhi o anfiteatri. 3. Scavo a forma d’imbuto prodotto nel terreno dallo scoppio di una bomba, di un proietto di artiglieria o comunque da una carica esplosiva. 4. Nelle conche di navigazione, il bacino (o camera) compreso tra i muri di fiancata e le porte. 5. Nell’arco voltaico con corrente continua, cavità che si forma all’estremo dell’anodo: è la zona in cui si ha la massima brillanza e temperatura. 6. In astronomia, Cratere (o Coppa), piccola costellazione a sud dello Zodiaco, tra l’Idra e il Corvo.