credito di emissione
loc. s.le m. Sistema di compensazione previsto nel protocollo di Kyoto (1997) per la salvaguardia dell’ambiente, che permette agli Stati che producono una quantità di gas inquinanti superiore al livello consentito di sovvenzionare la realizzazione di progetti destinati a ridurre l’inquinamento nei Paesi in via di sviluppo. ◆ Il meccanismo più importante, vero business del domani, sarà probabilmente l’Emission Trading, un «commercio delle emissioni» tra Paesi con obblighi di emissione (come Usa e Giappone) e Paesi con crediti di emissione (come la Russia). L’Unione Europea ha proposto un limite massimo concreto («concrete ceiling») da applicare a questo commercio, ma gli Usa non sono stati d’accordo e i giochi restano aperti. (Davide Pavan, Stampa, 2 dicembre 1998, Tuttoscienze, p. 2) • Kyoto come ho detto, non basterà: anche se Cina e Usa ratificassero l’accordo le emissioni di gas inquinanti diminuirebbero solo di pochi punti in percentuale. […] Ma è un inizio importante perché mette in moto dei meccanismi potenti anche se complessi. Cioè la possibilità per Paesi e altri soggetti di comprare «diritti di emissione» (cioè, se inquino pago a qualcuno che userà i soldi per diminuire l’inquinamento). La possibilità di acquisire crediti di emissione sviluppando progetti che abbattono l’inquinamento in Paesi in via di sviluppo. (Antonio Navarra, Messaggero, 1° ottobre 2004, p. 1, Prima pagina) • Roma dovrà tagliare dal 25 al 14,9 per cento il limite al quantitativo massimo dei «crediti di emissione» concessi da Kyoto: si tratta delle quote di energia verde prodotte nei paesi in via di sviluppo o dell’ex blocco sovietico esportando tecnologia pulita, quote che possono essere recuperate, e quindi emesse, in casa propria. (Alberto D’Argenio, Repubblica, 22 maggio 2007, p. 21, Commenti).
Composto dal s. m. credito, dalla prep. di e dal s. f. emissione, ricalcando l’espressione ingl. emission credit.
V. anche diritto di emissione.