crepuscolare
agg. [der. di crepuscolo]. – 1. a. Del crepuscolo, che è proprio del crepuscolo: luce, bagliore c.; cielo c.; l’ora c.; ti levasti su quasi ribelle Alla perplessità c. (Gozzano). b. Che si svolge o si manifesta al crepuscolo, che è attivo al crepuscolo: fare una vita c.; insetti crepuscolari. 2. fig. a. Incerto, vago, indefinito, o tenue, sommesso, delicato e sim.: sentimenti crepuscolari. b. Poeti c., o crepuscolari s. m. pl., denominazione (che risale a un’espressione usata da G. A. Borgese in un articolo del 1910 per indicare lo spegnersi, a suo avviso, della grande giornata lirica italiana «in un mite e lunghissimo crepuscolo») di alcuni poeti italiani del primo Novecento (S. Corazzini, G. Gozzano, M. Moretti, F. M. Martini, e altri) i quali, più che costituire un vero movimento poetico, condivisero un comune stato d’animo o atteggiamento del gusto: al dannunzianesimo fino allora imperante opposero una poesia prosastica che, in toni dimessi, incerti fra la malinconia e l’ironia, cantava l’amore per le piccole cose e per gli ambienti provinciali, considerati come i più vicini alla loro incapacità di grandi ideali e alla loro sazietà di grandi parole. 3. In psicologia e in psicopatologia, stati c., stati di parziale oscuramento psichico che si manifestano con relativa frequenza nell’isteria, nell’epilessia e nelle intossicazioni.