cripto-ebraico
agg. Che tenta di dissimulare le tradizionali tematiche ebraiche. ◆ All’inizio, prima del ’45, le pellicole non affrontavano tematiche ebraiche, ma di questo periodo ci sono moltissimi film, come dice Guido Fink, «cripto-ebraici». (S. N., Repubblica, 20 febbraio 2003, Roma, p. XV) • È curioso vedere il nome di [Isaak] Babel’ fucilato nel 1940, tra i «servi schiocchi» dello stalinismo, tanto più se associato a quelli di [Boris] Pasternak e di [Osip] Mandel’shtam. Ma tant’è: le riserve di [Igor’] Shafarevic, lette alla luce di quelle di [Oleg] Michajlov, significano che il filone «odessita» (cripto-ebraico) della letteratura russo-sovietica ha inquinato la vera, grande tradizione letteraria russa, e se il valore letterario della narrativa di Babel’ si riduce a un fuoco d’artificio, quello documentario rientra nel campo della letteratura asservita al potere. (Cesare G. De Michelis, Repubblica, 27 dicembre 2006, p. 55, Cultura).
Composto dal confisso cripto- aggiunto all’agg. ebraico.