crisi
criṡi (ant. criṡe) s. f. [dal lat. crisis, gr. κρίσις «scelta, decisione, fase decisiva di una malattia», der. di κρίνω «distinguere, giudicare»]. – 1. Nel linguaggio medico: a. Repentina modificazione, in senso favorevole, o anche sfavorevole, di stati morbosi; in partic., rapida caduta della temperatura in malattie febbrili acute. b. Particolare stato morboso o fenomeno fisiologico: c. genitale, fenomeno fisiologico per cui, nei primi giorni di vita di un neonato, possono apparire secrezioni dagli organi genitali; c. nitritoide (v. nitritoide); c. termale, sindrome di breve durata che insorge in soggetti sottoposti a cure termali, caratterizzata da astenia, cefalea e talora febbre. Per l’espressione del linguaggio com. c. di crescenza, v. crescenza. c. Esacerbazione o insorgenza improvvisa di fenomeni morbosi violenti e di durata relativamente breve: c. anafilattica, c. cardiaca, c. epilettica, c. gastrica, c. ipertensiva, c. isterica, c. nervosa, c. vascolare, ecc. d. Per estens., nel linguaggio corrente, breve e violento accesso di uno stato emotivo, per lo più determinato da uno choc o da cause esterne: avere una c. di nervi (più genericam., provocare, far venire una c. di nervi, far perdere la pazienza, condurre all’esasperazione, e analogam. farsi prendere da una c. di nervi); avere una c. di lacrime, e più com. una c. di pianto, scoppiare in un pianto improvviso. 2. Stato di forte perturbazione nella vita di un individuo o di un gruppo di individui, con effetti più o meno gravi: essere in c., attraversare un momento particolarmente difficile; mettere in c., in situazione di grave difficoltà; analogam., andare in c., entrare in c., superare una crisi. In partic.: a. Con riferimento alla vita interiore, c. di coscienza o c. morale, turbamento psichico che insorge a causa dell’incapacità dell’individuo a risolvere certi problemi della sua vita, o per conflitti affettivi, o per l’azione dell’ambiente nel quale egli vive e opera: avere una c. di scoraggiamento, di sfiducia; le c. dell’adolescenza; La mia disperazione è giunta al suo apice. E l’unica speranza è in una c. risolvitrice, sia pure dissolutrice (Penna); per c. d’identità, espressione riferita anche a gruppi etnici (e diversa da c. dell’identità in psichiatria), v. identità. Nel linguaggio corrente, attraversare una c. spirituale, religiosa, avere una c. di coscienza, essere agitato da problemi di natura spirituale o religiosa, oppure da passioni, da sentimenti contrastanti, la cui soluzione è spesso condizionata da una deliberazione impegnativa. b. Nello sport, situazione di un atleta o di una squadra che subisce una serie di sconfitte consecutive, o anche di un atleta (spec. ciclista), che, nel corso di una competizione, si sente improvvisamente fiacco, legato, e fa difficoltà a riprendersi. 3. a. Con riferimento a fenomeni economici, sociali e politici, soprattutto per suggestione di teorie positivistiche, è invalso l’uso del termine per indicare uno squilibrio traumatico e poi, più in generale, uno stato più o meno permanente di disorganicità, di mancanza di uniformità e corrispondenza tra valori e modi di vita: la c. della società, la c. del sistema o di un sistema, la c. dei valori, la c. della civiltà, ecc. In senso più concr., ogni situazione, più o meno transitoria, di malessere e di disagio, che in determinati istituti, aspetti o manifestazioni della vita sociale, sia sintomo o conseguenza del maturarsi di profondi mutamenti organici o strutturali: la c. delle istituzioni; la c. della famiglia, la c. della coppia, ecc. b. Nel linguaggio economico, spec. nell’economia classica, il termine designa propriamente la fase del ciclo economico che è conseguenza del verificarsi di una situazione di sovrapproduzione generalizzata, le cui caratteristiche fondamentali sono il passaggio rapido dalla prosperità alla depressione, il calo della produzione, una diffusa disoccupazione, prezzi tendenzialmente decrescenti, bassi salarî e una contrazione dei profitti: prevedere, affrontare, superare una c. (economica). Per antonomasia, la c., la grande c., gli anni della c., ecc., la depressione generale dell’attività economica iniziatasi con il crollo borsistico di Wall Street (la borsa valori di New York) nel 1929, estesasi agli altri paesi e protrattasi fino alla seconda guerra mondiale. Correntemente, il sign. del termine è esteso a comprendere anche altri fenomeni, sempre con riferimento a situazioni di difficoltà grave del sistema economico, o di un suo particolare settore o area: c. dell’agricoltura; c. del Mezzogiorno; c. della finanza pubblica; c. monetaria internazionale; c. inflazionistica, quella che si verifica in un paese in presenza di un rapido e incontrollato aumento dei prezzi; c. congiunturale (in contrapp. a c. strutturale, cioè alla crisi nel senso classico, che caratterizzerebbe ciclicamente i sistemi economici), situazione di stallo dell’economia, internazionale o di un solo paese, dovuta a fattori di breve periodo, cioè a cause contingenti; c. energetica (v. energetico); c. degli alloggi, dovuta a mancanza di disponibilità rispetto alla richiesta; c. di mano d’opera, che si verifica in paesi o in settori in cui non c’è mano d’opera sufficiente; c. demografica o c. della natalità, preoccupante diminuzione delle nascite in rapporto ai decessi. c. In senso politico, impossibilità di funzionamento di un organo dello stato, di un ente pubblico o altro, determinata da dimissioni, morte, contrasti interni, o da altre cause. In partic., c. ministeriale (o di governo, o di gabinetto), la caduta di un ministero, causata da un voto parlamentare di sfiducia (c. parlamentare), oppure da disaccordo fra il capo dello stato e i ministri o fra i ministri stessi, da mutamento, per decesso o per nuova elezione, del capo dello stato, dalla morte del presidente del Consiglio dei ministri (c. extraparlamentare); anche, la situazione del governo dal momento della sua caduta (apertura della c.) al momento della nomina di un nuovo ministero da parte del capo dello stato (chiusura della c.). C. dinastica, quella che si verifica quando, alla morte di un sovrano che non ha eredi di diritto, la successione al trono dà luogo a controversie che dal piano giuridico possono trasferirsi su quello politico e militare. Nel linguaggio giornalistico si parla inoltre di c. al buio, per indicare una crisi di governo che si apre senza che ci sia la prospettiva di una nuova maggioranza; c. politica, per indicare genericam. un periodo di instabilità nelle istituzioni politiche di un paese; di c. istituzionale, per indicare una situazione di crisi che sconvolge o minaccia la costituzione stessa di uno stato; di c. di fatto, per indicare una situazione in cui il governo è praticamente senza maggioranza (o in cui uno dei partiti della coalizione si sia dissociato dalla maggioranza) senza che si sia proceduto ad aprire una crisi formale; di c. guidata, con riferimento a una crisi ministeriale organizzata e dominata dalle forze della maggioranza governativa, per cui la soluzione della crisi stessa è in certo modo predeterminata; ecc. In senso più ampio, c. internazionale, situazione di grave tensione nelle relazioni internazionali, la cui soluzione appare problematica al punto da far temere la probabilità di interventi bellici. 4. Con funzione appositiva, la donna crisi, espressione coniata scherzosamente all’epoca della grande crisi del 1929 per indicare il tipo di donna molto magra che fu di moda spec. in quel periodo. ◆ Dim. criṡétta.