cristallo
s. m. [dal lat. crystallus e crystallum, gr. κρύσταλλος, propr. «acqua gelata, ghiaccio», der. di κρύος «freddo, gelo»]. – 1. a. Prodotto dell’industria vetraria ottenuto fondendo ad alta temperatura miscele di sabbia quarzosa, minio e carbonato potassico, con eventuale aggiunta di acido borico e ossido di piombo; si distingue dal vetro ordinario per essere perfettamente trasparente, incolore e lucente, elastico in grado elevato e atto alla molatura: c. di Boemia, tipo di cristallo assai pregiato, contenente potassio e calcio e preparato partendo da composti molto puri (è più leggero, più duro, meno fusibile e più sonoro rispetto al cristallo ordinario, o c. al piombo); mezzo c. (di Boemia), distinto dal precedente perché una parte di ossido di potassio è sostituita da ossido di sodio; c. temperato, c. di sicurezza, vetri sottoposti a particolari trattamenti per conferir loro maggiore resistenza alle rotture; c. laminato, nome con cui è talora chiamato il vetro di sicurezza di tipo stratificato; un bicchiere di c. purissimo; un vaso, un soprammobile di cristallo. b. In similitudini, per indicare purezza, limpidezza e trasparenza (del vetro, dell’acqua, ecc.) simili a quelle del cristallo: acqua che pare un c.; ruscelli di cristallo. c. estens. Oggetto (lastra, vaso, bicchiere, lente) di cristallo: una raccolta di preziosi c. francesi; L’umor che Bacco a’ verdi colli stilla ... empie i c. (Soldani); passando per li c. del telescopio (Galilei). Anche, poet., specchio. d. fig., poet. Acqua chiara, limpida, corso d’acqua, ruscello e sim.: E ’l mormorar de’ liquidi c. (Petrarca); In lieto aspetto il bel giardin s’aperse: Acque stagnanti, mobili c. [= acque correnti] (T. Tasso); Al mormorio de’ tremuli c. (Redi); anche detto dell’acqua quando gela: E già son quasi di cristallo i fiumi (Petrarca). In Dante, pianeta lucente: Dentro al c. che ’l vocabol porta ... del suo caro duce (Par. XXI, 25-26), Saturno. 2. Porzione di materia fisicamente e chimicamente omogenea, anisotropa rispetto ad almeno alcune proprietà vettoriali, originatasi da un germe cristallino e caratterizzata, nel caso di libero accrescimento, dalla forma di poliedro convesso in cui la giacitura delle facce è determinata da leggi geometriche costanti, mentre nel caso opposto (e più frequente) è priva di forma definita e si parla di individui cristallini informi, cristalliti, ecc. I cristalli si descrivono morfologicamente e si classificano in base alle forme poliedriche che, in conseguenza della distribuzione delle direzioni di accrescimento, possono assumere; tali forme si riferiscono, in genere, a solidi geometrici e si ordinano secondo gli elementi (piani, assi, centro) di simmetria che presentano, il cui insieme determina il grado di simmetria: i cristalli che hanno lo stesso grado di simmetria formano una classe di simmetria; ne esistono 31 (oltre alla 32a priva di ogni elemento di simmetria), e sono riunite, a seconda che abbiano in comune un elemento o un gruppo di elementi di simmetria caratteristici e uguale tipo di assi cristallografici, in 7 raggruppamenti di ordine superiore, detti sistemi cristallini. A seconda dell’abito e del tipo della forma predominante, si hanno: c. aciculari, prismatici, tabulari, bipiramidati; inoltre: c. misti, quelli formati da miscele isomorfe; c. idiomorfi, individui cristallini separatisi per primi in seno a una massa fusa e che perciò hanno potuto assumere regolare forma poliedrica (allotriomorfi gli altri). C. modello, quello che, per essersi formato in condizioni di completa libertà di accrescimento, presenta le facce della forma semplice di ugual forma e dimensioni; c. sproporzionato, cristallo che, avendo trovato almeno in qualche sua parte un ostacolo all’accrescimento, presenta le facce di forma diversa. 3. Cristallo di ròcca: varietà di quarzo purissimo (detto anche cristallo di monte o quarzo ialino), talora in cristalli di dimensioni imponenti, perfettamente incolore e trasparente, che ha svariate applicazioni, sia come gemma, tagliato a diamante, a rosetta, ecc., sia per la fabbricazione di lenti e apparecchi scientifici. 4. Cristallo liquido, fase liquido-cristallina caratteristica di sostanze mesomorfe con molecole allungate, che possiedono molte delle proprietà meccaniche dei liquidi (fluidità, formazione e coalescenza di gocce, ecc.) ma sono anisotrope per le proprietà elastiche, ottiche, elettriche e magnetiche. Per la loro proprietà di cambiare colore in un campo elettrico di intensità variabile, sono impiegati, per es., nella realizzazione dei quadri luminosi (display) nei piccoli calcolatori. 5. Cristallo plastico, stato della materia comune a solidi molecolari cristallini in cui le molecole, di forma sferica, godono di considerevole libertà di ri-orientazione; tali sostanze hanno bassa resistenza agli sforzi di taglio (per cui si deformano plasticamente) e, mentre ad alte temperature si comportano come liquidi isotropi, a temperature basse presentano comportamento anisotropo. ◆ Dim. cristallétto, cristallino; pegg. cristallàccio (tutti poco com.).