criterio
critèrio s. m. [dal lat. mediev. criterium, gr. κριτήριον, dal tema di κρίνω «distinguere, giudicare»]. – 1. Fondamento, norma per distinguere, discernere, giudicare: fissare, stabilire, adottare, seguire un c. (di scelta, di giudizio, di comportamento, ecc.); la scelta sarà fatta con determinati c.; non si sa in base a quale c. abbiano deliberato; un buon c., un c. utile, un c. molto discutibile. Con altro sign., farsi un c. d’una cosa, formarsene una idea più o meno esatta. 2. In fisica, in chimica e, in genere, nel linguaggio scient., regola, di solito semplice e non di rado su base empirica, per giudicare rapidamente se un corpo ha o no certi requisiti, se un fenomeno può o no svolgersi in un determinato modo, ecc. In partic., in matematica, ogni regola che consenta di stabilire, attraverso un certo numero di operazioni e verifiche generalmente semplici e rapide, se dati enti soddisfano o no a una data proprietà o relazione, evitando così controlli più lunghi e di difficile esecuzione. 3. In filosofia, con riferimento al problema gnoseologico della verità, strumento logico, canone razionale, che permette di distinguere la rappresentazione soggettiva coincidente con la realtà oggettiva da quella con essa non coincidente. 4. Sul piano morale, regola generale di distinzione del bene dal male e di conseguente orientamento della condotta: c. etico. 5. Capacità di giudizio, assennatezza, buon senso: avere, non avere criterio; uomo senza criterio; persona di molto criterio. 6. Forma rara per criterium. ◆ Dim. criterino, spreg. criteriùccio; pegg. (ma detto talvolta in tono ammirativo) criteriàccio (tutti e tre nel sign. 5).