curdizzazione
s. f. Assimilazione alla cultura curda. ◆ La bomba profughi, infatti, può esplodere due volte: creando negli Stati europei che li accolgono focolai di «curdizzazione» albanese e nei Paesi balcanici nuove spinte disgregative. (Corriere della sera, 7 aprile 1999, p. 9, In primo piano) • Il leader del Partito democratico del Kurdistan (Pdk) ha messo nel frattempo in atto un piano per ripopolare Kirkuk, città ripresa a Saddam [Hussein] durante la guerra, capace da sola di pompare la metà della produzione irachena di petrolio. Il fatto è che i curdi, determinati a eleggere quel centro come loro capitale, costituiscono nell’area «appena» il 35 per cento delle etnie presenti, contro un altro 35 per cento di arabi e un 26 per cento di turcomanni fedeli ad Ankara. [Massud] Barzani si è dunque impegnato in una repentina campagna di «curdizzazione» della città, al fine di cambiarne la struttura demografica. (Marco Ansaldo, Repubblica, 2 febbraio 2004, p. 2) • Il capo di stato maggiore, il generale [Mehmet Yasar] Buyukanit, aveva gettatto nelle mani di [Recep Tayyip] Erdogan, premier e presunto aspirante presidente, la patata bollente del Kurdistan iracheno. Rispondendo a una provocazione del leader curdo [Massud] Barzani sulla «curdizzazione» di Kirkuk, aveva rivendicato il diritto di entrare in Iraq per andarsi a prendere i guerriglieri comunisti del Pkk. (Claudio Gallo, Stampa, 25 aprile 2007, p.21, Estero).
Derivato dall’agg. curdo con l’aggiunta del suffisso -izzazione.
Già attestato nella Repubblica del 9 aprile 1992, p. 12 (Vanna Vannuccini).