curia
cùria s. f. [dal lat. curia, di etimo incerto]. – 1. La più antica ripartizione politica e religiosa del popolo romano, attribuita a Romolo, il quale avrebbe diviso i cittadini in tre tribù (Tizî, Ramni e Lùceri) e ciascuna di queste tribù in dieci curie, le quali funzionavano come ufficio dello stato civile e di leva, riunendosi in assemblea nei comizî curiati. 2. Negli ultimi secoli dell’impero romano, nome del consiglio municipale (prima chiamato ordo decurionum). 3. Edificio, generalmente a pianta rettangolare, in cui si riunivano le curie create da Romolo; anche, la sede del senato e di altre corporazioni; per estens., il nome indicò talora il senato stesso. 4. Sinon. letter. ant. di corte. 5. Nome di alcune magistrature medievali; in partic.: a. Magistratura speciale lucchese (detta anche corte del fondaco), costituitasi all’inizio del sec. 14° e durata fino al 15°, avente il compito di vigilare sui prezzi, i salarî, i pesi, le misure, e inoltre di sorvegliare i lavori di manutenzione stradale. b. C. del mare (lat. Curia maris), magistratura speciale della corporazione della gente di mare, che nelle città marinare dell’Italia medievale aveva il compito di definire le controversie nascenti dal traffico, di verificare il carico, esercitare la polizia portuaria, riscuotere i dazî, ecc. 6. a. C. romana: il complesso di tutti i dicasteri (Segreteria di Stato, Congregazioni, Consigli, Tribunali e Uffici) di cui il pontefice si vale in via ordinaria per trattare gli affari che riguardano la Chiesa cattolica. b. C. diocesana (o vescovile): organismo costituito da un complesso di persone che hanno il compito di aiutare il vescovo nel disbrigo delle mansioni amministrative della diocesi; è divisa in due sezioni, una per gli affari amministrativi, una per quelli giudiziarî. c. C. generalizia: in taluni ordini religiosi, l’organo collegiale che coadiuva nelle sue mansioni il superiore generale. 7. Gli avvocati e i procuratori di un luogo, considerati nel loro complesso.