dalemista
s. m. e f. Chi o che sostiene la linea politica di Massimo D’Alema. ◆ Abolizione della proporzionale, rafforzamento del primato del premier, riduzione del ruolo dei partiti: raccontano che un ministro ha chiesto a un vicino di sedia se D’Alema non fosse diventato ulivista. «Macché, è l’ulivo che è diventato dalemista». (Francesco Verderami, Corriere della sera, 22 settembre 1999, p. 11, Politica) • Per Prodi, semmai c’è preoccupazione, «Speriamo in Romano, noi qui esuli riuniti e pronti a vedere il confronto», recita l’Sms che Manzella (Giampaolo, il figlio) ha spedito dal Lussemburgo a [Fabio] Nicolucci, 41 anni, per sei ghost-writer di [Piero] Fassino, animatore del blog dalemista Left-Wing. (Antonella Rampino, Stampa, 15 marzo 2006, p. 4, Interno) • I guastatori vedono Marcello Dell’Utri e Giuliano Ferrara (e anche, come aggravante, i dalemisti, i fassiniani e i “coraggiosi” rutelliani) dirsi entusiasti per la ricerca d’accordo fra i due leader e considerano ciò la riprova che qualcosa di diabolico si sta preparando. Come evitarlo? Lanciando la bomba che terrorizza il Cavaliere e fa saltare tutto: perché - chiedono - nel dialogo non si fa rientrare anche il tema della riforma del sistema televisivo? (Mario Ajello, Messaggero, 24 novembre 2007, p. 3, Primo piano).
Composto dal nome proprio (Massimo) D’Alema con l’aggiunta del suffisso -ista.
Già attestato nella Stampa dell’8 agosto 1996, p. 1, Prima pagina (Lietta Tornabuoni).