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dàlmata

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dalmata


dàlmata agg. e s. m. e f. [dal lat. Dalmăta, gr. Δαλμάτης] (pl. m. -i). – 1. Della Dalmazia, regione costiera della penisola balcanica sull’Adriatico: il territorio d., la costa d., le isole d.; abitante, originario, nativo della Dalmazia: le donne d., i Dalmati. In geografia fisica, costa di tipo d., costa a valloni, risultante dall’ingressione del mare in valli longitudinali, che si presenta perciò costituita da una o più serie di isole allungate e parallele tra loro e alla terraferma. 2. In zoologia, razza d., cani d., razza di cani da guardia, adoperati un tempo come cani da caccia, di costituzione robusta e molto resistenti alla fatica, alti circa 55-60 cm, con mantello a pelo fitto, lucente, piuttosto duro, bianco con macchie nere o marrone scuro, testa e muso lunghi, occhi neri o marroni, brillanti ed espressivi. ◆ Sono anche usate, talora (nel sign. 1), le forme dàlmato (più frequente come agg., soprattutto quando non sia riferito direttamente alla persona: il litorale dalmato, un bicchiere di vino dalmato) e dalmatino. Con riferimento, invece, alla razza canina (del quale è comunque incerta l’origine della denominazione), si tende oggi a usare, sia come agg. sia come sost., la forma dalmata, invariabile al plur.: un cane dalmata o un dalmata, i cani dalmata o i dalmata.

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